martedì 7 gennaio 2014

Uranio impoverito, ministero condannato anche in Appello. Dovrà risarcire militare

SAVONA - I giudici della sezione lavoro della Corte d'appello di Genova hanno confermato che il tumore alla pelle di cui si è ammalato un brigadiere dei carabinieri, G.L., durante la guerra del Kosovo, è da collegare all'uranio impoverito con cui erano realizzati i proiettili in uso alle forze di internazionali. Il ministero della Difesa è stato condannato a risarcirlo con 150 mila euro. I giudici hanno rigettato l'Appello presentato dal Ministero della Difesa contro la sentenza di primo grado che si era espressa in questi termini, mettendo in relazione la malattia con la partecipazione del militare alla missione militare nei Balcani.

Il sottufficiale dell'Arma dei carabinieri era stato in missione nei Balcani tra l'estate 2003 e la primavera dell'anno successivo. In quel periodo era in servizio alla caserma dei carabinieri di Savona. Al suo rientro, dopo essere stato sottoposto a visite mediche regolari, gli era stato diagnosticato un tumore alla pelle e quindi gli era stata riconosciuta un'invalidità del 77%. In seguito a questa situazione aveva anche subito una decurtazione dello stipendio. Per sconfiggere il male si e' sottoposto a tre interventi chirurgici e a chemioterapie. Il ministero della Difesa dovrà corrispondergli i "benefici assistenziali", ovvero un indennizzo di oltre 150 mila euro. 

"Ho vinto due volte: ho sconfitto la malattia e ho battuto il Ministero della Difesa che mi aveva lasciato solo dopo la malattia. Ora che anche l' Appello mi ha dato ragione, qualcuno mi dovrà dire qualcosa". A parlare è il brigadiere dei carabinieri che ha visto mettere in relazione dai giudici la sua malattia, un tumore alla pelle, con le missioni di pace in Kossovo dove venivano usati proiettili con uranio impoverito. Per lui si avvicina la possibilità di avere un risarcimento di 150 mila euro, come prevedono le sentenze." Amici, parenti ed ex colleghi mi sono stati vicino - dice - loro non mi hanno fatto sentire solo, lo Stato dopo la malattia sì. Da quel momento ho dovuto affrontare due battaglie: una contro la malattia l'altra contro lo Stato che mi aveva voltato le spalle. La pubblica amministrazione si è dimostrata peggiore del cancro".

Il sottufficiale dell'Arma dei carabinieri era stato impegnato in Kosovo tra l'estate 2003 e la primavera dell'anno successivo. Al rientro gli venne diagnosticato un tumore alla pelle e riconosciuta una invalidità del 77%. Ha subito tre interventi e cicli di chemioterapia. "E' una vittoria che dedico a mia moglie e mia figlia - sottolinea il militare - ma non dimentico il caporale Erasmo Savino che si è ammalato come me e non c'è più".